Guida Completa sul lavoro intermittente

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Cos’è il Lavoro Intermittente?

Di contratti di lavoro ne abbiamo già parlato, e sommariamente anche del lavoro intermittente, noto anche come lavoro a chiamata o contratto a chiamata. Il lavoro a intermittenza è una forma di contratto flessibile regolata dal Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81. Questo tipo di contratto consente al datore di lavoro di chiamare il lavoratore solo quando c’è necessità, garantendo così la flessibilità sia per l’azienda che per il dipendente. È possibile stipulare contratti intermittenti sia a tempo determinato che indeterminato.

Regio decreto e lavoro Intermittente

Le attività per cui è consentito il lavoro intermittente sono specificate nel Regio Decreto 6 dicembre 1923, n. 2657, e includono lavori discontinui come custodi, portinai, fattorini, e altre mansioni che non richiedono un’applicazione assidua e continuativa​​.

Regolamentazione del Lavoro Intermittente

Il contratto di lavoro intermittente è regolato da specifiche normative che ne delimitano l’uso:

  1. Ambito Soggettivo: possono accedere a questa forma contrattuale i lavoratori di età inferiore ai 24 anni, purché le prestazioni siano svolte entro il 25° anno, e quelli con più di 55 anni​​.
  2. Limiti di Durata: il lavoro intermittente è ammesso per un massimo di 400 giornate nell’arco di tre anni per ciascun lavoratore con lo stesso datore di lavoro, eccezion fatta per i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo. Superato questo limite, il contratto si trasforma automaticamente in un contratto a tempo pieno e indeterminato​​.
  3. Forma del Contratto: il contratto deve essere stipulato per iscritto e deve contenere specifiche informazioni come la durata, le modalità della prestazione lavorativa, il preavviso minimo di chiamata, e il trattamento economico.
  4. Indennità di Disponibilità: se il lavoratore garantisce la propria disponibilità a rispondere alla chiamata, ha diritto a un’indennità di disponibilità, il cui importo è stabilito dai contratti collettivi o dal Ministero del Lavoro​.

Lavoro intermittente e comunicazione

La comunicazione del lavoro intermittente è un aspetto cruciale. L’azienda deve inviare una comunicazione telematica al Ministero del Lavoro utilizzando il modello Unilav entro le ore 24 del giorno precedente l’inizio della prestazione. Questo adempimento è necessario anche per comunicare agli enti come INPS e INAIL.

Lavoro intermittente a tempo determinato: quante proroghe?

Le proroghe per il lavoro intermittente a tempo determinato seguono le stesse regole dei contratti a termine ordinari, consentendo fino a cinque proroghe nell’arco di 36 mesi, sempre nel rispetto del limite massimo delle 400 giornate lavorative in tre anni.

Esempio di Lavoro Intermittente

Un esempio pratico di lavoro intermittente è quello di un custode che lavora solo durante eventi speciali in un centro congressi. Immaginiamo un custode di nome Marco. Marco è assunto con un contratto di lavoro intermittente dal centro congressi “Eventi Srl”. La sua prestazione è richiesta solo durante eventi particolari, come conferenze, fiere o spettacoli. Questo significa che Marco non lavora tutti i giorni, ma solo quando c’è un evento programmato.

Quando viene organizzato un evento, “Eventi Srl” contatta Marco con un preavviso di almeno un giorno lavorativo. Marco deve quindi essere disponibile a rispondere alla chiamata e a presentarsi sul posto di lavoro. In cambio della sua disponibilità costante, Marco può ricevere un’indennità di disponibilità, stabilita dal contratto collettivo applicabile. Durante i giorni in cui non è chiamato a lavorare, Marco può dedicarsi ad altre attività o lavori, purché rimanga reperibile.

Questo tipo di contratto offre una grande flessibilità sia per Marco, che può organizzare il proprio tempo in modo autonomo, sia per “Eventi Srl”, che può contare su un lavoratore solo quando ne ha effettivamente bisogno, ottimizzando così le risorse aziendali​.

Fonti